Tumore allo stomaco: come nutrirsi prima e dopo un intervento chirurgico
06/07/2023

Dopo aver parlato dell’alimentazione dei pazienti con tumore al pancreas e con tumori al distretto testa-collo, è la volta del tumore allo stomaco.
Il 90/95% dei casi di tumore allo stomaco è rappresentato dall’adenocarcinoma. Il trattamento più comune per questo tipo di patologia è naturalmente la chirurgia. Come per altri tumori, una diagnosi precoce correla con più favorevoli tassi di sopravvivenza. L’incidenza di questa patologia è in aumento, specie se consideriamo i casi in cui il distretto anatomico colpito è il cardias, cioè il punto di congiunzione tra esofago e stomaco.
C’è uno stretto rapporto tra cattiva alimentazione, sovrappeso, adiposità viscerale e tumori del tratto digerente, dunque la prevenzione primaria è importantissima.
Colpendo l’apparato digerente, il rischio di malnutrizione nei pazienti affetti da questa patologia (e ancor più in quelli sottoposti a intervento chirurgico) è molto elevato. Per questo motivo è importante garantire un supporto nutrizionale fin dal momento della diagnosi.
In presenza di un tumore allo stomaco, le ragioni per cui può instaurarsi uno stato di malnutrizione sono molteplici:
- Ridotto appetito, principalmente per il raggiungimento di una sazietà precoce
- Aumentato catabolismo proteico: distruzione cioè della massa muscolare per via delle aumentate necessità energetiche dell’organismo
- Ridotto assorbimento dei nutrienti, poiché gli alimenti non vengono digeriti correttamente
e, dopo un eventuale intervento chirurgico:
- Ulteriore riduzione dell’assorbimento, per via di una ridotta produzione di enzimi e acidi gastrici digestivi
- Ridotta disponibilità del ferro, che necessita della vitamina B12 per poter essere assorbito. A sua volta, l’assorbimento della vitamina B12 avviene grazie alla produzione del fattore intrinseco, una proteina prodotta dalla mucosa gastrica.
Il nutrizionista, dopo un’accurata valutazione, potrà dunque procedere con un’integrazione energetico proteica, attraverso l’utilizzo di supplementi nutrizionali orali. In alcuni casi, si opterà per un’integrazione mirata a combattere l’eventuale carenza di ferro e/o di vitamina B12.
Una delle tipiche complicanze che seguono un intervento di gastrectomia, durante il quale viene rimosso totalmente o parzialmente lo stomaco, è la sindrome da svuotamento, conosciuta anche come dumping syndrome, dovuta al fatto che il bolo alimentare raggiunge troppo rapidamente l’intestino, senza essere adeguatamente digerito.
Esistono due varianti della sindrome da svuotamento, una precoce e una tardiva.
Nella forma precoce (10-30 minuti dopo i pasti) sono compresi sintomi gastrointestinali e vasomotori (dolore addominale, nausea, vomito, diarrea, cefalea, vasodilatazione e arrossamento della cute, astenia e abbassamento della pressione sanguigna), dovuti all’improvvisa distensione dell’intestino, ma generalmente si risolvono entro un’ora e non sono indicativi di danni al digerente. Nella forma tardiva (1-3 ore dopo il pasto) possono comparire sudorazione, debolezza e confusione, legati al troppo rapido assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino.
Per queste ragioni è utile dunque consumare piccoli pasti completi e frequenti, con porzioni di verdure ridotte a vantaggio di alimenti più energetici e proteici. In ogni caso, è sempre raccomandata una consulenza personalizzata, per valutare i fabbisogni e le opportune integrazioni.